La corruzione, che imperversa nei luoghi politici e istituzionali, l’iniquità del Sistema, i livelli irragionevoli di burocrazia raggiunti e il totale distaccamento dalla realtà della politica, generano il tempo difficile e faticoso che, a tutti i livelli, la società sta vivendo. Che tutti noi stiamo vivendo.
Ciò che è stato, a partire dall’ultimo dopoguerra, è sintetizzabile, a livello politico-istituzionale, con la Democrazia rappresentativa, che per un certo periodo di tempo è riuscita a dare risposte soddisfacenti; probabilmente sulla scia delle tragiche conseguenze belliche e anche grazie all’impianto costituzionale italiano, così ricco di Principi ispiratori democratici, e tanto preciso nel prevedere Diritti e Doveri utili alla realizzazione di un vivere civile equo e rispettoso. Dall’art.1 della Costituzione, che attribuisce la sovranità al popolo e che stabilisce che lo Stato italiano si fonda sul lavoro, come espressione in concreto dell’individuo. Passando per l’art.3, contenente il Principio di Uguaglianza, sempre valido, senza che alcun tipo di discriminazione possa lederlo. L’art.32, che prevede il Diritto alla Salute e la libertà di scelta terapeutica, in linea con il rispetto dell’autonomia e della dignità individuale. O l’art.11, con cui il nostro Stato rifiuta la guerra, come mezzo di risoluzione delle controversie. E così di seguito, tanto da poter configurare la nostra Carta fondamentale come la più evoluta e democratica al mondo.
Il benessere materiale, vissuto dall’Italia a partire dagli anni settanta, alimentato dalla sempre crescente evoluzione tecnologica e dalle politiche economiche di tipo globalizzante, hanno condotto la nostra società di uomini e di donne a smarrire i valori identitari, sociali e spirituali, fino a farci perdere la percezione di chi siamo e del senso della vita.
Alla luce di questo scenario, la Democrazia partecipata e diretta, sintetizzabile nella facoltà dei cittadini di partecipare alla creazione, o al perfezionamento, di proposte di leggi, da discutere e approvare in Parlamento, e riconducibile alla partecipazione dal basso alla vita politica, mediante l’attivismo sul territorio; quest’ultima facoltà costituisce oggi, al pari delle proposte di legge di iniziativa popolare, o comunque sottoposte a votazione tra i cittadini, uno strumento prezioso e fondamentale utile a ravvivare l’interesse di ciascun cittadino per le relazioni umane, per la crescita personale e sociale. Può anche considerarsi un motore di entusiasmo verso la gestione della cosa pubblica, che, in parole povere, vuol dire gestione degli interessi che riguardano tutti noi.
La Democrazia diretta diventa, senz’altro, lo strumento più efficace per mantenere vivo e costante, il rapporto tra le scelte della politica e le esigenze reali del vivere comune.