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Quando Carlo Levi arriva a casa del malato grave per cui è stato chiamato, perché lo curi, dopo aver raccolto i santini posati dai parenti sul suo corpo e dopo averlo visitato, si sposta nella stanza accanto e sedutosi davanti al fuoco dice al fratello e agli altri presenti che può fargli soltanto un’iniezione per calmargli il dolore provocatogli dalla peritonite; e che non sopravviverebbe al viaggio fino a Matera.
Questo è uno spaccato, un vissuto, della metà del ventesimo secolo della mia Lucania, della mia terra, per cui Carlo Levi, pur avendola infine amata ed apprezzata per la sua sincera e allo stesso tempo fiera e dura semplicità, ha affermato che Cristo si era fermato a Eboli, ma che lo aveva fatto, interpretando il suo pensiero, che di sicuro è il mio, non a causa di quei contadini che con la guerra, con Roma non c’entravano niente, ma a causa del potere di uno Stato che allora come oggi voleva e vorrebbe mantenere i popoli assoggettati nella miseria morale e materiale.
Le immagini del degrado ambientale, più che morale, che il racconto di Carlo Levi ci raffigura, il contegno della mia gente di fronte al sopruso del “potere”, il coraggio e l’orgoglio di farsi avanti, senza paura delle conseguenze, mi emoziona tanto, per allora come per oggi, e mi fa sperare che il mio popolo ancora una volta possa alzare la testa e scegliere il meglio per se stesso e per la nostra terra.
Diversamente molte altre volte ancora saremo costretti a sentirci dire: “ quello che posso fare è solo una puntura per alleviargli il dolore causato dalla peritonite; anche se arrivasse a Matera ormai non ce la farebbe.”
Fratelli miei lucani,conosco i vostri dubbi, perché a volte sono anche i miei, ma vi chiedo se possiamo provare a darci una possibilità, per fare dei passi in avanti, e non indietro!?
La risposta ognuno di noi la troverà nel proprio cuore.
Tuttavia, vi chiedo, amorevolmente, di prendervi un po’ di tempo per cercarla, e vi chiedo, amorevolmente, di trovare un po’ di tempo il 24 Marzo per andare al seggio elettorale per dire la vostra.
Vi voglio bene, tanto!
Un abbraccio.
Maria