Fine vita.
Mi duole il cuore se penso al dolore fisico,morale e spirituale di chi soffre a tal punto da voler porre fine alla propria esistenza,al più presto.
Tuttavia,il Fine Vita non può considerarsi un tema da affrontare in quattro e quattr’otto.
Un risultato di sintesi sarebbe forse possibile solo ed esclusivamente a seguito di un percorso intenso,approfondito,vasto,amorevole;
fuori e dentro le Istituzioni.
Stiamo parlando della possibilità di mettere fine alla Vita.
Quella vita che per chi è credente solo Dio che ce l’ha donata può richiamarla a se quando ritiene che sia arrivato il momento per farlo.
Viviamo in un mondo in cui fatichiamo a comprendere il significato della vita stessa figuriamoci se,nelle condizioni in cui l’umanità versa,siamo in grado di decidere saggiamente sul mettere fine all’esistenza dell’individuo.
Personalmente ritengo che dovremmo posticipare simili delicate decisioni a momenti più consoni,se mai arriveranno,continuando per il momento ad approfondire temi come questi nel modo in cui meritano.
Allo stesso tempo,dal mio punto di vista,risulta condivisibile quanto affermato da Papa Bergoglio:
“È moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito proporzionalità delle cure”