Mangiamo bene! Per stare in salute, per guarire, e per risparmiare denaro pubblico! Nascere in una famiglia dove da generazioni si pratica e si diffonde il culto del buon cibo, in cui due terzi dei componenti hanno scelto di svolgere professioni dove il cibo con la C maiuscola la fa da padrone, non può che avere delle influenze sulla vita del nascituro di turno.
E sulla mia devo dire che le influenze sono state positive e arricchenti. Durante i pochi convivi familiari, pochi perché sopratutto le festività vengono in casa mia trascorse intrattenendo a tavola ospiti provenienti da tutto il mondo, in diverse località italiane; durante questi sporadici ritrovi goderecci i commenti sugli alimenti, sulle materie prime dei piatti, sul vino, sul pane.. l’acqua non ne e’ esente, spopolano anche tra i più piccoli che, rallevati tra piatti, pentole e tra gente che va e viene imparano a riconoscere da lontano un prodotto fresco e genuino rispetto ad uno un po’ dubbio.
Così di generazione in generazione l’arte di nutrirsi e nutrire bene si tramanda.. e accade che a tre o quattro anni si impari a fare il pane o la pasta fatta a mano con la farina buona, i pasticci della tradizione, a mondare le verdure ecc. In casa mia tutti cucinano, grandi e piccoli. Personalmente rientro tra i due terzi che con il cibo ci lavorano. Tradizione,legame stretto con il territorio, produzioni provenienti da colture biodinamiche sono i fattori che sempre prediligo durante le mie svariate proposte ai clienti dei miei eventi o nelle attività enogastronomiche cui via via do vita. L’esperienza mi porta ad affermare senza ombra di dubbio che alimentarsi bene aiuta a stare bene, in salute,a crescere sani, a superare meglio le convalescenze ed anche a guarire più in fretta. Di recente ho avuto l’opportunità,l’onore e la fortuna di conoscere il Professor Franco Berrino, Direttore dell’Istitito di Medicina Preventiva e Predittiva presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano,membro del team di 5 scienziati che hanno scritto le linee guida alimentari internazionali,autore e promotore del Progetto Diana presso l’Istituto San Raffaele di Milano.
Ho anche avuto il piacere di cucinare per lui, mentre era ospite nel mio fienile di San Gimignano durante un suo breve soggiorno nel senese, finalizzato a presenziare degli incontri sul tema della Prevenzione Alimentare. In quest’occasione la mia intuizione, basata sull’esperienza, in fatto di correlazione tra cibo e buona salute ha ricevuto conferma poiché, come il Professore mi ha spiegato, sarebbe supportata nella realtà da dati scientifici che ne confermerebbero l’esattezza. In particolare il Professor Berrino, interpretando i dati di cui parlavo, esplica il nesso esistente tra l’assunzione di alcuni alimenti specifici e l’insorgenza di malattie, in particolare quelle croniche. Quest’ultime non rivelano di solito i loro effetti nocivi nell’immediato in compenso, nel lungo termine, danno luogo a sintomatologie e malesseri più o meno gravi che limitano di fatto lo stato ottimale di salute della persona andando peraltro ad incidere in modo determinante e significativo sulla spesa pubblica sanitaria. Sempre partendo dai dati scientifici il Professor Berrino indica quali sono gli alimenti che consentono di mantenersi in salute, e quali i regimi alimentari da adottare per riacquistarla e per favorire la guarigione. Progetto Diana docet.
Così stando le cose ritengo che le Istituzioni competenti in materia di alimentazione e nutrizione abbiano il dovere e l’obbligo morale non solo di divulgare le corrette abitudini alimentari ma anche di adottarle concretamente in quegli luoghi in cui hanno competenza attuativa. In qualità di cittadino e si attivista politico auspicherei che le Istituzioni competenti in materia assumano un serio e preciso impegno in fatto di attuazione, su larga scala, della Prevezione Alimentare.
Da realizzare: attraverso un’informazione corretta, mirata e generalizzata sul tema, che sia volta a promuovere l’attualizzazione di corretti stili alimentari; Adottando, in concreto, regimi alimentari adeguati, e finalizzati al raggiungimento dello stato ottimale di salute, o alla sua riconquista della salute, in ambienti pubblici come scuole, strutture ospedaliere, residenze per anziani ecc. Quali vantaggi deriverebbero dall’attuazione di tali interventi? Sarebbe favorito realmente il benessere dei cittadini; Si verificherebbe un positivo e perdurante risparmio di soldi pubblici,poiché la maggiore spesa sanitaria regionale, compresa la spesa sanitaria Toscana, e’ rinvenibile, principalmente, nella gestione e nella cura delle malattie croniche.
La prevenzione alimentare e’ dunque la strada corretta,e a costo 0, per creare benessere e per risparmiare soldi pubblici.